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Chiusura della E45. Nulla si muove. Faggi: Ministro Toninelli, serve un scelta che ripristini la viabilità e garantisca sicurezza

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Chiusura della E45 nulla si muove v3. Faggi Ministro Toninelli serve un scelta che ripristini la viabilita e garantisca sicurezza

Sono già trascorsi  sei mesi dalla chiusura al traffico del Viadotto Puleto sulla E45 fra Romagna e Toscana e, purtroppo, nulla si è ancora mosso.

La magistratura, con una decisione a dir poco discutibile, ha concesso ben 3 mesi al consulente tecnico per stilare una perizia che sancisca definitivamente se la superstrada, nel tratto interessato, possa essere percorsa anche dai veicoli pesanti oppure no. ANAS, da tempo, ha detto che problemi di stabilità non ce ne sono ma, a quanto pare, non è stato ad oggi sufficiente per far sì che il magistrato competente autorizzasse la riapertura.

Nello stesso tempo anche gli impegni solennemente presi dal Ministro Toninelli,  a quanto pare, non hanno avuto alcun seguito concreto, come denunciano i Sindaci delle due vallate interessate, quella del Savio e del Tevere.

Buio pesto, infine, anche per quanto riguarda la riattivazione della ex S.S. 63 bis-Tiberina, che per un tratto di  circa 5 chilometri, chiusa ed impraticabile ormai da decine di anni, pur rappresentando l’unica alternativa di collegamento sul tracciato della E45. Su questo aspetto, non totalmente secondario, sarebbe interessante conoscere e comprendere quali dinamiche, a suo tempo, hanno favorito tale scelta, e se il trasferimento del compito e della responsabilità della manutenzione dall’Ente competente alla Amministrazione locale è stata accompagnata dalla disponibilità di fondi per lo svolgimento di lavori (mai fatti).

Quindi, promesse tante, con in testa quella che i lavori sulla Strada Statale 63 bis sarebbero iniziati subito per eliminare i gravi problemi venutisi a creare a seguito della chiusura del Viadotto Puleto. Percorrere 5 chilometri di una “vecchia” Statale, parrebbe la soluzione più agevole, che farne un centinaio in più, e agevolerebbe la mobilità di tutti. In realtà non è stata fatto “nulla di nulla”. In questi sei mesi non si è vista una ruspa, non uno scavatore, non un camion.  Tutto fermo, in attesa non si sa bene di che cosa o di chi. Solo chiacchiere inconcludenti  e comparsate buone per qualche selfie.

La FIAP, già qualche anno fa ed in tempi non sospetti, aveva proposto la  trasformazione dell’importante arteria di collegamento nord-sud, da superstrada ad autostrada. Si erano tenuti anche incontri ad alto livello con investitori disponibili a finanziare  questa soluzione, che avrebbe avuto, se non altro, almeno il pregio di mettere in sicurezza una delle arterie in assoluto più critiche del Paese.  Il precedente Governo non ne volle sapere di sostenere la soluzione, ed il Ministro Delrio preferì impegnare un miliardo di euro di soldi pubblici per interventi sulla manutenzione della E45 piuttosto che trasformarla. Il risultato è quello che conosciamo. Intanto, curiosamente, ci piacerebbe sapere se, come e quanto di quel miliardo è stato investito per lo scopo, se è in previsione la riapertura del  vecchio tratto della S.S. 63 bis, ed in quali termini – i 5 chilometri da riattivare fra le località di Canili e Valsavignone – e se la Magistratura ritenga opportuno il dissequestro del viadotto sotto i riflettori, viste anche le rassicurazioni di Anas.

La sensazione tanto sgradevole quanto diffusa è che passate le elezioni non ci sia più nessun interesse ad impegnarsi  per la soluzione di questa vicenda sia da parte sia di chi governa, sia dell’Opposizione alla quale, evidentemente, non piace proprio sentirsi tirare per la giacchetta sulle “disattenzioni” o sulle scelte discutibili fatte quando era al comando.

Per quanto ci riguarda, la FIAP è pronta a sostenere, in accordo con le Amministrazioni Locali e Regionali, ogni soluzione che raggiunga l’obiettivo di ripristinare la viabilità commerciale, veicoli pesanti compresi. Certo è che, fermo restando la necessità di interventi di urgenza, la soluzione della trasformazione in autostrada, già a suo tempo esplorata e valutata, pur non essendo quella di più rapida attuazione, rimane per noi quella ideale.

Silvio Faggi – Segretario Nazionale FIAP

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