Il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte si è recentemente pronunciato sulla questione del pagamento del contributo per il funzionamento dell’Autorità per la Regolazione dei Trasporti da parte di imprese eroganti servizi di trasporto di merci su strada connessi con porti, scali ferroviari merci, aeroporti ed interporti, per l’anno 2019, a seguito di molteplici ricorsi promossi preferenzialmente da soggetti privati.
L’esito dei ricorsi presentati al TAR piemontese, in netta opposizione al contenuto delle delibere, delle note e ogni atto presupposto, successivo, consequenziale o comunque connesso alla richiesta di versamento del contributo, è stato, ancora una volta, favorevole per i promotori, disponendo, in sostanza, l’annullamento della deliberazione n° 141/2018 “limitatamente” alla parte in cui, alla lettera j) del provvedimento, prevede l’assoggettamento al contributo degli Operatori del trasporto che svolgono i loro servizi “connessi” alle strutture sopra elencate. Questa tipologia di imprese, in pratica, non deve alcun contributo all’Autorità.
In chiave riassuntiva, tra le motivazioni individuate dal Tribunale che hanno condotto alla sentenza, emerge la concreta differenza tra “soggetti regolati” e “ soggetti beneficiari” delle funzioni regolatorie dell’Autorità che, in assenza di concrete azioni regolatorie, non può essere risolta tramite l’uso di definizione generiche dell’ambito di applicazione dei provvedimenti (es.: operatori economici operanti nel settore del trasporto). Un esercizio verbale che trasformerebbe il “contributo” in una mera “tassa” per l’esercizio dell’attività.
La FIAP, oltre ad essere a disposizione delle imprese interessate all’ulteriore approfondimento della questione, soprattutto sugli esiti dei ricorsi fino ad ora oggetto di sentenza da parte del Tribunale Amministrativo piemontese, presidierà costantemente lo scenario creatosi, confrontandosi costantemente con gli Esperti Legali di riferimento, nonchè attendendo l’esito degli ulteriori ricorsi ancora pendenti, sostenendo la necessità di un intervento istituzionale che elimini la necessità del continuo ricorso alla giustizia amministrativa.
