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Credito di imposta "beni strumentali": serve la proroga

La carenza su scala globale di materie prime provoca ritardi inattesi nei tempi di consegna dei beni. Occorre proteggere gli investimenti delle imprese

| Pubblicato in News
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L’intera filiera associativa dell'automotive, della logistica e dell'autotrasporto – ANFIA ANITA FEDERAUTO UNATRAS UNRAE - accende i riflettori sulla gravissima carenza su scala globale di materie prime – in particolare di semiconduttori per la componentistica dei beni strumentali mobili. Le Associazioni di filiera hanno trasmesso ai Ministeri competenti - MISE, MEF e MIMS - un documento che denuncia come tale criticità stia forzosamente e significativamente dilatando i tempi di produzione, assemblaggio e consegna per l’intera filiera dei beni strumentali utilizzati nelle attività d’impresa. Si tratta di una crisi che sta generando ritardi quantificabili in molti mesi dei tempi di consegna dei beni.
strumentali ordinati dagli operatori finali. La misura prevista dalla legge 178/20 che incentiva il rinnovo dei beni strumentali materiali mediante specifico Credito d’Imposta al 10% (ex-Superammortamento) sta risultando particolarmente coinvolta da tale grave criticità e le Associazioni firmatarie chiedono agli stakeholder istituzionali competenti un intervento immediato di proroga delle scadenze.
Nello specifico, la proposta condivisa dalle Associazioni firmatarie si articola in 2 fasi :
1) con riferimento alla normativa vigente relativa al Credito d’Imposta al 10% per l’acquisto di beni strumentali materiali, proroga di 6 mesi delle attuali scadenze per gli investimenti incentivati;
2) con riferimento alla futura normativa 2022 di incentivazione per i beni strumentali materiali nuovi – già programmata in Legge 178/20 – incremento della quota del Credito d'Imposta al 12%, con scadenze di ultimazione dell’investimento estese a tutto il 2023.
In conclusione, al fine di rispettare i termini di consegna nei tempi previsti dalla misura del Credito d'Imposta e non danneggiare le imprese nei loro investimenti e frenare la capacità produttiva del Paese, le Associazioni firmatarie ritengono come unica soluzione possibile il ricorso ad una proroga di almeno sei mesi della misura attualmente in vigore e ad un suo potenziamento per il 2022.

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