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Le associazioni siciliane dell'autotrasporto hanno revocato il fermo

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“Oggi sono state già affrontate diverse questioni – afferma il sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe Castiglione – Molte vicende hanno un carattere di trascuratezza amministrativa e possono, anzi, devono essere cambiate. Sicuramente dal confronto di oggi pomeriggio sono emersi accordi rilevanti, come la presenza nel Comitato nazionale dei trasportatori di un rappresentante di Sicilia e Sardegna, e l’impegno di ripristinare a 30 giorni i pagamenti per le imprese”. “Sebbene non si possano risolvere in poco tempo i tanti problemi che gravano sulle imprese di trasporto – conclude – ciò che è importante è che si siano poste le basi per avviare una proficua e concreta collaborazione”. Le sigle Aias e Forza d’urto, rappresentate da Pippo Richichi e Carmelo Lampuri, hanno deciso di non aderire allo sciopero dei tir del 9 e 10 dicembre dopo l’accordo raggiunto questo pomeriggio al tavolo della prefettura con i governi nazionale e regionale. “Soddisfazione per l’atteggiamento di grande responsabilità dimostrato dalle imprese di trasporto” è stata espressa dal sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe Castiglione. ”Il mondo agricolo – afferma – viveva una preoccupazione particolare, dato che la scorsa protesta aveva portato danni per 500 milioni di euro. Non possiamo che apprezzare l’atteggiamento costruttivo di Aias e Forza d’Urto, ma è chiaro che da questo momento in poi il nostro impegno sarà massimo per ridare ossigeno a un settore di fondamentale importanza per l’economia del nostro Paese”. Ora è curioso sapere chi prosegue, relativamente all’autotrasporto, il fermo. Allerta comunque e vista alta poichè non è del tutto rientrato il rischio “blocchi”. La spaccatura del “Fronte Sciopero” è l’ennesima riprova che, al di là dei proclami della volontà di  azzeramento delle associazioni, c’è  la necessità  di unitarietà  nella rappresentanza. Capisco anche che possano esserci delle vedute diverse, ma se ognuno va  e tira dalla propria  parte , gli obiettivi non si raggiungeranno mai. Al momento solo Trasporto Unito ha mantenuto, almeno sembra, la volontà di proseguire nell’azione di fermo. Staremo a vedere. Comunque è opinione della nostra Federazione che gli interessi della categoria possono essere rappresentati non solo da una singola sigla, ancorchè importante, ma dalla capacità dialettica a d’azione anche nella diversità delle vedute  che nel corso degli anni hanno cercato di trovare un comune denominatore in difesa e sviluppo delle imprese di autotrasporto sia nei confronti della committenza, sia nel rapporto con le istituzioni ad ogni livello, cercando di dare risposte concrete. Un esempio per tutti è rappresentato dalla battaglia sui costi minimi per la sicurezza ma non di meno con la riaffermazione della norma sulle accise; infatti sulla base delle richieste unitarie di UNATRAS e ANITA, il Governo, nonostante la grave situazione economica e finanziaria,  ha sottoscritto un protocollo d’intesa. La critica, a volte anche giustificata, di molti nei confronti delle associazioni se non trova confronto e battaglia all’interno di esse, non produce nulla se non odio.  Per quanto riguarda la nostra Federazione intendo ricordare le due proposte poco “assecondate” che abbiamo presentato al tavolo delle trattative e che intendiamo portare avanti: la prima è quella sulla indeducibilità delle fatture pagate in ritardo e la seconda é quella relativa alla confisca dei mezzi e della merce nel caso di “banditismo su gomma” che si è metastizzato sull’intero territorio nazionale e trova la sua più alta espressione nel cabotaggio irregolare o abusivo.
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