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Non un fermo dell'autotrasporto ma una protesta di popolo

| Pubblicato in News
Il Presidente Bagnoli sulle manifestazioni di questi giorni Cari colleghi, dopo aver trascorso un paio di giorni dall'inizio del fermo nazionale proclamato da Trasportounito, possiamo affermare che l'autotrasporto pulito, per fortuna quello preponderante, ha seguito il buon senso, e gli accordi che le principali associazioni avevano stretto con il Governo, e non si è fermato. Come avevamo largamente previsto, con le nostre precedenti note, i disordini non sono mancati e non mancano perché a questo sciopero partecipa una popolazione che è stanca dei continui sacrifici che gli vengono chiesti da uno Stato vorace ed incapace e che non è in grado di fornire prospettive ed ottimismo tanto da rendere feroci anche le persone più mansuete impaurite dalla imperante povertà. Noi, con l'onesta' che ci è propria, non siamo capaci di celebrare soddisfatti che l'autotrasporto pulito non si è fermato, siamo ovviamente felici ma, oltre che autotrasportatori siamo anche cittadini e le grida di dolore e preoccupazione che vengono dai manifestanti di ogni categoria economica non ci lasciano insensibili anzi, per la verità, ci affliggono ed è per questo che comunque troviamo giustificazione in queste proteste che sono fin troppo civili, ammesso che ci facciano vedere le immagini in maniera compiuta, da parte dei manifestanti. Per quanto ci riguarda il giorno 17 saremo ancora di fronte al governo per proseguire il lavoro sui punti del protocollo d'intesa sottoscritto ma troviamo sia sbagliato non preoccuparsi dei disagi manifestati da tutti. L'autotrasporto, assieme alle forze dell'ordine possono essere il grimaldello per aprire le porte di Montecitorio e questo, ovviamente, non lo sa solo il Ministero dell'Interno ma il governo intero, ed è per questo che abbiamo queste particolari attenzioni ma non possiamo pensare solo a noi stessi, dobbiamo pensare al paese e non farci strumentalizzare da nessuno, dobbiamo batterci per fare rispettare le leggi, che ci sono, con sanzioni esemplari e controlli feroci. Il nostro non è un paese che si può abituare alla povertà e se questo non lo capiscono i prossimi disordini saranno ancora maggiori e più partecipati perché, in cuor nostro, il mal di pancia lo abbiamo anche noi. Massimo Bagnoli Presidente nazionale Fiap
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