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PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Le note e le considerazioni della FIAP

Le note, di seguito riportate, sono state condivise, in via primaria, con la Conftrasporto, nelle sue componenti di rappresentanza, e poi con gli Enti e Istituzioni interessate

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PNRR Next Generation EU 200

Anche la FIAP ha offerto il proprio contributo di idee e considerazioni relativamente alla formulazione dei percorsi di indirizzo che dovranno caratterizzare la composizione e la realizzazione del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, strumento attraverso il quale l’Europa del Next Generation EU, in questo momento emergenziale e di difficoltà economica e sociale, metterà a disposizione del Paese uno stanziamento economico importante ed imponente, con l’obiettivo del rilancio e della crescita dell’economia, del lavoro e delle componenti sociali. Note, di seguito riportate, condivise, in via primaria, con la Conftrasporto, nelle sue componenti di rappresentanza, e poi con gli Enti e Istituzioni interessate.  

Tenuto conto delle quattro “sfide” individuate nel PNRR nella sua ultima formulazione, nonché del contenuto delle recenti schede trasmesse al Parlamento dal Governo, ossia:  

  • migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell’Italia;
  • ridurre l’impatto economico e sociale della crisi pandemica;
  • sostenere la transizione verde e digitale;
  • innalzare il potenziale di crescita dell’economia e la creazione di occupazione,

 

nonché delle sei “missioni” evidenziate nell’ambito del Next generation Italia

  • digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
  • rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  • istruzione e ricerca;
  • inclusione e coesione;
  • salute,

coerenti, nella loro formulazione, con i pilastri delle linee guida del Next generation EU, per FIAP diviene sia strategico che decisivo ogni intervento che permetta alle imprese di “intraprendere” un percorso che permetta loro, quanto meno, di avviare il processo di cambiamento “ singolo”, i cui risultati complessivi, ossia proiettati su “tutte” le imprese del comparto, restituiscano il risultato auspicato, su tutta la filiera del trasporto e della logistica. È indubbio, infatti, che sia la somma di singoli atti ed azioni, intraprese, verso l’obiettivo della decarbonizzazione e dell’efficientamento delle catene logistiche, che si ottiene il massimo risultato e vantaggio. In questo contesto, testimoniando il totale favore per tutti quegli interventi individuati nel PNRR rivolti al miglioramento  dei collegamenti infrastrutturali, stradali, digitali e quant’altro che, qualora implementati attraverso il Piano, miglioreranno complessivamente l’efficienza delle reti di trasporto delle merci e delle persone, la FIAP ritiene opportuno che, nell’ambito del Piano Nazionale, trovino collocazione azioni e provvedimenti mirati ai seguenti obiettivi

Transizione energeticaPer favorire e sostenere il raggiungimento degli obiettivi di abbattimento di CO2 fissati per il 2030, in prospettiva 2050, riconducibili al concetto di “sostenibilità ambientale”, come individuati nell’ambito della COP21 di Parigi – 2015, occorrono interventi che coinvolgano sia la componente tecnologica del lavoro – come, ad esempio, veicoli e infrastrutture aziendali - sia la componente umana, con un particolare riferimento agli Addetti alla guida.

In tal senso, nell’ambito di Piano Nazionale, appare fortemente opportuno:

  • incrementare e sostenere il ricorso all’intermodalità attraverso strumenti già attivi come il FERROBONUS e MAREBONUS, attraverso un incremento della dotazione economica, da realizzare attraverso un modello di attribuzione delle risorse che raggiunga direttamente gli utilizzatori, senza alcuna mediazione;
  • incentivare, con leve di natura economico/finanziaria, l’adozione da parte delle imprese di autotrasporto:   
  • di un parco veicolare più adeguato e realmente utile alla riduzione dell’impronta di carbonio, a partire dalla sostituzione di veicoli al di sotto della classificazione Euro6, ovvero alimentati con combustibili innovativi, come i bio-combustibili, il GNL, tecnologie ibride e, laddove sia possibile, elettriche, ovvero attraverso l’impiego di veicoli che rendano disponibile una capacità di carico maggiore in termini di peso e/o volume;
  • di percorsi di formazione dedicati allo stile di guida degli autisti, utili all’efficientamento nell’utilizzo dei veicoli e nell’abbattimento dei consumi;
  • di processi di ristrutturazione e miglioramento delle infrastrutture aziendali impiegate nell’ambito della loro attività, che permettano l’abbattimento anche della loro componente di emissioni in atmosfera, ed al mantenimento di condizioni di lavoro ottimali per i propri addetti. Anche questa è una componente consistente del cosiddetto well-to-wheel (complessivo e non solo connesso ai veicoli);  
  • sostenere, tramite opportune iniziative, l’adozione e l’impiego continuo di modelli di calcolo e sistemi di gestione che permettano il calcolo ed il monitoraggio, nel tempo, dell’impronta di carbonio della loro attività, affinchè il risultato del loro impegno sia immediatamente disponibile per il calcolo dei bilanci energetici delle imprese di produzione alle quali offrono i loro servizi di trasporto e logistica, permettendo loro di mettere in evidenza l’impegno rispetto alla tematica della sostenibilità ambientale e al raggiungimento degli obiettivi.  

 

Transizione digitaleUno tra i primari obiettivi da sostenere con opportuni strumenti finanziari, è quello della digitalizzazione dei processi operativi connessi ai servizi di trasporto. Connettività adeguata e veloce (5G) e informatizzazione opportuna (hardware) delle imprese saranno le componenti fondamentali della transizione digitale, che permetteranno un efficientamento del loro lavoro in termini di rapidità, qualità e sicurezza complessiva. Quindi, una riduzione progressiva sia delle inefficienze connesse a fattori gestionali tradizionali (eliminazione del cartaceo), sia di quelle legate a cause di natura prettamente operativa, come tipologia dei carichi, soprattutto quelli a vuoto e la velocità commerciale (info traffico).  

In questo ambito, anche in diretta connessione alla necessità dell’incremento dell’intermodalità, in modo particolare per i servizi internazionali, la FIAP ritiene utile e adeguata:  

  • l’attivazione della E-CMR – la lettera di vettura internazionale elettronica, soluzione che deve scontare necessariamente il recepimento del relativo Protocollo addendum alla Convenzione CMR originaria, datato 2008 ed entrato in funzione nel 2011, atto mai assunto dalla Politica nazionale;
  • l’adozione di un Piano per la digitalizzazione della Logistica 4.0 – un piano che, sostanzialmente similare nei meccanismi di funzionamento all’analogo Piano Industria 4.0, preveda incentivi per progetti di ideazione, ricerca sviluppo di soluzioni specifiche per il trasporto e la logistica, e che sostenga e la formazione degli addetti che le implementeranno e/o utilizzeranno. 

Nel medesimo ambito, FIAP ritiene sia importante procedere anche verso una più intensa “digitalizzazione di processi di controllo” nelle transazioni commerciali, che permetta la verifica del rispetto di norme vigenti a livello nazionale ed europeo, come quella relativa ai tempi di  pagamento dei corrispettivi per servizi di trasporto e logistica, da attuarsi ad esempio attraverso l’inserimento tra i dati rilevanti connessi alla fatturazione elettronica, della data di effettivo pagamento delle fatture, che consentirebbe anche la possibile automazione nei controlli da parte di Agenzie, Enti e/o Authority, ed una fiscalità basata su ricavi reali. 

Per quanto concerne l’innalzamento del potenziale di crescita economica e la creazione di occupazione, unitamente alla riduzione dell’impatto sociale della crisi pandemica, la FIAP ritiene siano necessari interventi tesi all’incentivazione all’occupazione nel settore e alla formazione specifica degli addetti in forza e futuri, con l’obiettivo di generare scenari che puntino alla competitività e alla qualità complessiva del lavoro.

Negli ambiti sopra citati, la Federazione crede sia opportuno

  • individuare forme di decontribuzione che permettano a “nuovi” addetti di accedere alla qualifica di autista, risorsa primaria per l’autotrasporto attualmente in deficit di disponibilità, non solo nel nostro Paese ma in tutto il Continente europeo;
  • promuovere percorsi di formazione degli addetti delle imprese del comparto, che permettano l’incremento delle conoscenze, ricomprendendo anche la conversione delle professionalità all’interno delle imprese. Materie legate all’organizzazione del lavoro, l’uso di strumenti informativi e la digitalizzazione dei processi dovranno costituire percorsi preferenziali

 

In relazione agli ambiti individuati nel punto c), ma con una forte connessione alla “missione” tesa al miglioramento delle infrastrutture per una mobilità sostenibile si ritiene coerente promuovere attraverso opportuni incentivi, la realizzazione di aree di sosta adeguate e sicure – anche dal punto di vista della criminalità - che possano garantire agli addetti alla guida la disponibilità di servizi sui e percorsi ed i principali nodi infrastrutturali stradali di collegamento. Servizi che, opportunamente organizzati e curati, potrebbero favorire l’allargamento alle donne delle possibilità di lavoro come autista nel settore.

La FIAP ritiene, e ribadisce, infine, che nell’ambito della “sfida” del miglioramento della resilienza e della capacità di ripresa dell’Italia, sia quanto mai necessario attivare azioni e opportuni strumenti legislativi e di controllo, che permettano il giusto e coerente rispetto delle norme e dei regolamenti, a partire da quelli già vigenti, al fine di evitare se non eliminare fenomeni progressivi e  deleteri di dumping economico e sociale. In tal senso, devono trovare conferma e solidità riferimenti economici come i costi minimi di sicurezza.  

Nell’ambito delle stesse finalità, pare coerente trovino collocazione anche azioni tese alla riduzione dei vincoli e degli “imbuti” burocratici ed organizzativi legati ad inefficienze strutturali ed organizzative della Pubblica Amministrazione. Per il settore trasporto, la necessità di individuare una soluzione alla grave criticità rappresentata dal sistema delle revisioni dei veicoli industriali attualmente in esercizio, è divenuta prioritaria. L’affidamento alle imprese private di tali controlli, da attuarsi attraverso l’attivazione di verifiche sul loro operato svolte da terzi professionalmente competenti, rappresenterebbe una via percorribile.

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