Chiedi a FIAP
phone icon
Aderisci a FIAP
signUp icon
Iscriviti alla Newsletter
newsletter icon
News

Bilanci delle imprese di Autotrasporto in forte difficoltà.

Pesante l’impatto della riduzione delle accise sulle tariffe dei servizi di trasporto.

| Pubblicato in News
Riduzione Accise Bilanci delle imprese di Autotrasporto in forte difficolta  v2

Lo scorso Marzo 2022 sono stati emanati due provvedimenti indipendenti che stanno producendo effetti penalizzanti sulle tariffe dei servizi di trasporto e con un impatto economico negativo sui bilanci delle imprese di autotrasporto.

Il riferimento è nello specifico a:

  • DECRETO-LEGGE 21 marzo 2022, n. 21 il quale, all’art.14, stabilisce che l’adeguamento del corrispettivo debba essere effettuato sulla base delle variazioni intervenute nel prezzo del gasolio da autotrazione a seguito delle rilevazioni mensili del MITE - Ministero della Transizione Ecologica.

  • DECRETO MINISTERIALE 18 marzo 2022, n. 67 che a partire dal 22 di Marzo, ha disposto la temporanea riduzione delle accise di 25 centesimi a litro sul prezzo del gasolio per tutti, per compensare il forte aumento del prezzo del gasolio e la contestuale sospensione del rimborso delle accise per le imprese di Autotrasporto. 

Quali sono gli effetti reali e concreti per il settore autotrasporto? Analizziamoli insieme.

Clausola di adeguamento del corrispettivo (DECRETO-LEGGE 21 marzo 2022, n. 21)

Fino a Marzo, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT) pubblicava mensilmente il valore medio, espresso in Euro per 1.000 litri, del prezzo del gasolio per l’autotrazione al netto di IVA e/o dello sconto del maggior onere delle Accise, fornendone la sua composizione: 

Prezzo Industriale aggiornato
+ Accise agevolata per l’autotrazione pari a 403,22 cent/€
(617,40 cent/€ accise base – 214,18 cent/€ per il recupero delle accise, per i veicoli con massa superiore ai 7,5 ton a partire da Euro V) 

Analogamente il Ministero della Transizione Ecologica (MITE) pubblicava anch’esso tale valore medio, naturalmente senza tenere conto del rimborso delle accise, fornendo una composizione come segue:

Prezzo Industriale aggiornato
+ Accise pari a 617,40 cent/€

Per effetto delle disposizioni contenute nel DL n. 21, a partire da Marzo 2022, l’adeguamento del corrispettivo, per i contratti scritti, avviene per tutti sulla base di tali rilevazioni mensili del MITE e vedremmo successivamente con quale effetto.

Riduzione delle accise di 25 centesimi (DECRETO MINISTERIALE 18 marzo 2022, n. 67)

Vediamo con degli esempi, l’effetto di tale provvedimento legato all’adeguamento della clausola del corrispettivo.

Adeguamento del corrispettivo CON riduzione delle accise di 25 centesimi.

  • Nel mese di Febbraio 2022 il valore medio del gasolio era pari a € 1,720.
  • Nel mese di Aprile 2022 (a seguito della riduzione delle accise) il valore medio era pari a € 1,768.


L’incremento registrato è stato circa del 3% ed essendo superiore al 2%, per effetto delle nuove disposizioni, è previsto che il corrispettivo per i servizi di trasporto venga aggiornato.

Vediamo come:

Ipotizzando che il costo di un viaggio sia pari a € 1.000 e che il costo del carburante abbia una incidenza del 30%, (valore che andrebbe concordato contrattualmente), l’adeguamento va calcolato come di seguito:
€ 300 x 3% = € 9 circa

La nuova tariffa è pari a € 1.009 (con un incremento inferiore all’1%)

Cosa sarebbe accaduto se non fosse intervenuta la riduzione delle accise nel valore medio del MITE? 

Adeguamento del corrispettivo SENZA riduzione delle accise di 25 centesimi.

  • Nel mese di Febbraio 2022 il valore medio era pari a: € 1,720.
  • Nel mese di Aprile 2022 (SENZA riduzione delle accise) il valore medio sarebbe stato pari a: € 2,018


L’incremento registrato sarebbe stato circa del 17%, con la conseguente necessità di procedere all’aggiornamento tariffario.

Ipotizzando che il costo di un viaggio sia pari a € 1.000 e che il costo del carburante abbia una incidenza del 30%, l’adeguamento si sarebbe dovuto calcolare come segue:
€ 300 x 17% = € 51 circa

La nuova tariffa sarebbe stata, dunque, di € 1.051 (con un incremento del 5% circa, ovvero di circa un 4% in più rispetto alla situazione precedente).

I due scenari mettono in luce come, il taglio delle accise, abbia prodotto degli effetti negativi sui bilanci delle imprese del settore, per via del minor incremento e dunque dei minori introiti derivanti dai servizi di trasporto erogati.

A partire dal 22 Marzo scorso, infatti, è di fatto cambiata la struttura del prezzo del gasolio per i veicoli di massa superiore ai 7,5 ton a partire da Euro V e questo avrebbe reso necessario, in tutti i contratti, rideterminare il punto di partenza per l’applicazione della clausola di adeguamento del corrispettivo.

Aspetto di cui non tutte le imprese hanno avuto effettiva contezza o, se l’hanno avuta, non sempre sono riusciti a negoziare.

E se si fosse continuato ad adeguare le tariffe sui valori di riferimento del MIT?

Riproponendo l’esempio avremmo:

  • Nel mese di Febbraio 2022 il valore medio era pari a: € 1,506.
  • Nel mese di Aprile 2022 il valore medio sarebbe stato pari a: € 1,804


L’incremento registrato sarebbe stato pari circa al 20% con la conseguente necessità di procedere all’aggiornamento tariffario.

Ipotizzando che il costo di un viaggio sia pari a € 1.000 e che il costo del carburante abbia una incidenza del 30%, l’adeguamento si sarebbe dovuto calcolare come segue:
€ 300 x 20% = € 60 circa
La nuova tariffa sarebbe stata, dunque, di € 1.060 (con un incremento del 6%)

Utilizzando, per l’applicazione della clausola di adeguamento delle tariffe dei servizi di trasporto, le rilevazioni mensili del MIT (forse tecnicamente più corrette, dal momento che esprimono il reale costo sostenuto dalle imprese) avrebbe evitato da un lato gli effetti della riduzione delle accise, inoltre sarebbe stato maggiormente favorevole per l’Autotrasporto.

Conclusioni


L’applicazione congiunta dei due provvedimenti ha messo le imprese nelle condizioni di non riuscire a ribaltare sui propri clienti, ratio della clausola di adeguamento dei corrispettivi, l’aumento del costo del gasolio, realmente sostenuto dalle imprese.

Stiamo parlando di un delta superiore, circa, al 4% dei ricavi, comportando un ammanco nelle casse delle imprese ipotizzabile, che potrebbe superare ampiamente gli 1.5 miliardi di euro. Fortunatamente tali perdite sono mitigate in parte dagli interventi di ristoro messi a disposizione dal Governo (il credito d’imposta per l'acquisto di gasolio, quello per l'acquisto di Adblue, quello per gli acquisti di GNL e gli ultimi 85 milioni di euro di Aiuti di Stato per il settore) e in parte dall’aumento di mercato delle tariffe applicate, dovuto alla mancanza di offerta di servizi di trasporto.

Tali perdite, tuttavia, avranno comunque un effetto negativo sul bilancio delle imprese e metteranno in forte difficoltà la loro patrimonializzazione e la capacità di investimento per i prossimi anni.

Una situazione che la FIAP ha fatto notare a gran voce, chiedendo con urgenza un ulteriore intervento da parte del Governo, per sanare la situazione.

La FIAP ha sempre sostenuto che i ricavi delle imprese debbano provenire dai propri clienti e non da risorse pubbliche erogate a pioggia; tuttavia, se una miope azione del legislatore è causa di un disequilibrio economico, è compito dello Stato intervenire per porre rimedio, ed evitare di mettere a repentaglio il futuro di un intero comparto.

Ultime considerazioni: le implicazioni di tipo “etico” e la componente “energetica”.

Fino ad oggi ha sempre prevalso l’orientamento di riconoscere il beneficio dell’accisa agevolata ai soli veicoli di massa superiore ai 7,5 ton più ecologici (Euro V e Euro VI), così da incentivare la progressiva sostituzione dei veicoli più obsoleti a favore di quelli di nuova fabbricazione, maggiormente sicuri e meno inquinanti

L’aver ridotto le accise a favore di tutti, ha significato riconoscere un beneficio anche alle imprese con veicoli molto inquinanti (Euro 0, 1, 2 e 3) che proprio grazie a questi possono inoltre praticare una concorrenza sleale attraverso una “gestione più flessibile” delle ore guida e a dispetto delle aziende virtuose che hanno investito ingenti somme nell’acquisto nuovi veicoli. 

Occorre infine ricordare che il costo del gasolio è un concetto ormai superato, mentre si dovrebbe far riferimento alla componente energetica del corrispettivo di servizio di trasporto. Il funzionamento del veicolo non è legato soltanto al gasolio, ma anche, all’AdBlue e ad altri carburanti, disponibili attualmente e in futuro. Una componente che, comunque, nelle rilevazioni andrebbe sempre calcolata al netto di accise e tasse statali (oneri in genere fissi) affinchè gli adeguamenti avvengano sulla base di elementi di costo effettivamente soggetti a fluttuazione (per esempio relativamente al gasolio, prendendo come riferimento il prezzo industriale al netto di accise e iva).

Per questo non possiamo che rilevare una mancanza di visione d’insieme nella decisione di prendere come riferimento, un valore come quello del MITE che, oltre a favorire - come si è visto - la committenza (parte contrattuale già forte), non tiene conto di tutta la componente energetica del costo, come l’AdBlue anch'esso sensibilmente aumentato.


N.B. - In questo articolo non sono stati affrontanti gli aumenti di tutte le altre componenti del costo di un servizio di trasporto che potrebbero aver influito sull'aumento dei prezzi, oltre al “gasolio”.

customer care icon
Chiedi a FIAP

Contattaci per informazioni, chiarimenti e supporto!

fiap icon
Iscriviti a Fiap

Entra far parte della Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali

info icon
Informazioni

Contattaci in modo semplice e veloce!