TAR del Lazio come Ponzio Pilato

Il TAR del Lazio, come era ampiamente prevedibile, alla fine ha deciso di non decidere. Da un lato non accoglie il ricorso di Confindustria & Co. ma dall'altra passa la patata bollente alla Corte di giustizia europea.  Questo scenario lo avevamo già ampiamente previsto e, a dire il vero, non ci ha colti di sorpresa. Il rinvio alla corte di giustizia europea è un modo poco elegante ma efficace di lavarsene le mani. Ponzio Pilato, benchè sia l'indiscusso inventore di questa tecnica, molto probabilmente non avrebbe saputo far meglio. Stante la situazione che si è venuta a creare vorrà dire che andremo fino in fondo convinti, come siamo, che solo in un Paese profondamente incivile e arretrato si può anche solo immaginare di chiedere a qualcuno di lavorare a tariffe che non coprono neppure i costi di esercizio e, per di più, avere la pretesa che un organo della magistratura  avvalli tale comportamento.  In ogni caso calma e gesso:  i costi di esercizio continuano ad essere legittimi e applicabili;  il Ministero dei Trasporti continuerà ad emanare gli aggiornamenti mensili sulla base delle variazioni del costo del gasolio e, agli autotrasportatori, compete l'onere di pretendere dai propri committenti -  almeno - il pagamento di quello che la legge prevede. Alle Associazioni, infine, compete l'onere di denunciare ogni tentativo che la committenza metterà in atto per vanificare l'impianto della norma. E', come qualcuno l'ha definita, una battaglia di civiltà prima ancora che una battaglia giuridica e noi siamo decisi a combatterla fino in fondo.   Per la sentenza clicca qui   - vedi anche circolare prot. 075 del 18 marzo 2013.