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L’Osservatorio TCR di Fiap per migliorare i rapporti vettori-committenti. Oltre al prezzo c’è di più

L’iniziativa della Federazione ha suscitato notevole interesse sia nella committenza (Ferrero, Bayer, Campari, Conad e altre ancora) che negli autotrasportatori, tanto che verrà rilanciata anche all’estero. Il direttore Peron: «Con questo modello cerchiamo di reintrodurre scelte etiche di mercato»

| Pubblicato in Organi di Informazione
LOsservatorio TCR di Fiap per migliorare i rapporti vettori committenti. Oltre al prezzo ce di piu

Articolo a cura e tratto da Uomini e Trasporti.

Sette mesi fa partiva un’interessante e innovativa esperienza basata sull’idea di un osservatorio TCR (Transport Compliance Rating) che valutasse l’affidabilità delle aziende di trasporto e ne fornisse un rating su cui la committenza potesse basare la scelta del vettore. L’idea, parto della Fiap, era di spingere le aziende di autotrasporto a migliorare i loro standard qualitativi, in modo da evitare la logora abitudine di giocare la concorrenza esclusivamente sul prezzo, prescindendo dalla qualità e professionalità del servizio.

Dopo 210 giorni è venuto il momento di capire a che punto siamo e se il progetto TCR ha attecchito tra gli autotrasportatori e coinvolto un numero congruo di committenti. Lo abbiamo chiesto perciò al direttore di Fiap, Alessandro Peron.

«Siamo molto soddisfatti» – spiega Peron – «perché abbiamo avuto una forte adesione da parte della committenza, anche se ovviamente abbiamo dovuto aspettare i tempi tecnici e le procedure interne necessarie alle imprese per associarsi all’Osservatorio. Stiamo parlando di un nutrito gruppo di importanti aziende: oltre a Ferrero, la prima a entrare, hanno aderito Bayer, Vincenzi, Bormioli, Conad, Inalpi, Campari e molte altre. Si è aggregata anche l’associazione GS1, che rappresenta circa 15.000 piccole imprese. C’è insomma un forte interesse. Ognuno di questi committenti, infatti, aveva già un suo modello di selezione del fornitore, ma con criteri soggettivi. Il nostro è invece un modello aperto, con parametri oggettivi e validi per tutti».

«Anche sul fronte dell’autotrasporto» – continua il direttore – «ci sono state ottime reazioni, al di sopra delle nostre aspettative iniziali. Al momento sono circa 40 le aziende di autotrasporto che hanno chiesto di partecipare al progetto TCR. È l’azienda che, su base volontaria, contatta l’Osservatorio che passa a sua volta la segnalazione ai due enti di certificazione individuati, poi gli enti mandano i preventivi. A metà settembre siamo partiti con gli audit: la prima impresa è stata la Maganetti Trasporti, che opera a Tirano, provincia di Sondrio. Quaranta imprese possono non sembrare tantissime, ma siamo appena all’inizio e i risultati sono veramente promettenti».

Peron annuncia anche che l’iniziativa verrà rilanciata all’estero: «Il 3 ottobre abbiamo presentato il progetto all’IRU, l’associazione che raggruppa tutte le unioni di trasporto a livello mondiale, il che dimostra che esiste una notevole attenzione anche fuori dall’Italia. Del resto, multinazionali come Bayer o Ferrero vedono l’operazione su una scala di dimensione internazionale. Già dal 2020 speriamo di uscire anche in altri Paesi».

È chiaro che il tentativo di spostare il focus della contrattazione dal mero prezzo alla qualità del servizio comporta un ripensamento delle tariffe: «Sicuramente i committenti vogliono comprare al miglior prezzo» – commenta Peron – «ma con una certa serietà. L’idea di avere un rating non significa dividere i trasportatori in buoni e cattivi, ma di dare un valore oggettivo agli investimenti e all’attività imprenditoriale dell’azienda. Se il committente vuole spendere poco, può certamente scegliere un’azienda con rating 20 su 100, ma avrà una garanzia sul servizio molto bassa. Se invece si affida a un’impresa che ha un rating di 70/80 su 100 pagherà un prezzo differente, ma sarà sicuro di avere uno standard qualitativo molto maggiore».

COME FUNZIONA L’OSSERVATORIO TCR

Il Transport Compliance Rating (TCR) è il primo protocollo internazionale per migliorare l’affidabilità e la sicurezza dei trasporti, sostenendo in modo qualitativo le relazioni con la clientela. La Fiap ha innanzitutto definito con la committenza una serie di standard irrinunciabili, basati su sicurezza stradale e organizzazione del lavoro. Gli standard fanno riferimento alla struttura societaria, alle norme per la sicurezza, alla regolarità delle assicurazioni, al rispetto ambientale, al livello della tecnologia impiegata (anche sul mezzo) e alla disponibilità di certificazioni. In seguito è stato creato un Osservatorio, operante in Italia, nei Paesi UE e nella comunità internazionale, che ha il compito di istituire e seguire tutta l’operatività del TCR. Poi sono stati individuati due enti terzi col compito di certificare gli standard, assegnando loro un punteggio da 1 a 100. Il committente sulla base di queste valutazioni potrà scegliere il vettore che gli sembra maggiormente qualificato. Il trasportatore avrà dunque tutto l’interesse a dotarsi degli standard richiesti, allo scopo di essere preferito dal committente. Una “assicurazione di qualità” che costituisce un titolo di merito per gli associati Fiap – ma anche per quei trasportatori che non sono soci – che potranno utilizzarla nella competizione contro i vettori che puntano solo sui ribassi dei prezzi, a scapito dell’affidabilità complessiva del servizio. Nel rating verranno indicate anche aree di miglioramento, in modo che le aziende possano lavorare sui vari aspetti per alzare la previsione iniziale.

«Un grande brand, insomma» – specifica il direttore – «non può permettersi anche da un punto di vista dell’immagine e del marketing di rientrare in alcune situazioni critiche o nebulose perché ha utilizzato un vettore con cui ha risparmiato il 10%. Il margine di guadagno qui è praticamente inesistente. Ma crediamo che la committenza abbia capito questo concetto. Dopo di che tra le aziende con un buon rating ci sarà una concorrenza leale sulla tariffa, ma questo è il libero mercato».

«Dall’altra parte» – conclude Peron – «i trasportatori che investono in formazione e certificazione, comprano veicoli nuovi, ecc. vanno tutelati. Il nostro progetto è aperto a tutti, ma non sarà per tutti. Piacerà a quei committenti e trasportatori che credono in un sistema etico, che hanno sentito cioè l’esigenza, come noi, di tornare a un concetto di mercato non basato esclusivamente sul prezzo del servizio».

Celebrazioni 70 ANNI DI FIAP

Il 2019 è una data particolare per la Federazione Italiana Autotrasportatori. Cadono proprio quest’anno i 70 anni di vita dell’associazione (1949-2019) che Fiap ha scelto di celebrare nella cornice del “One Day Truck & Logistics”, con un convegno dedicato al settore e in particolare proprio al progetto TCR. ZF prevede di poter chiudere la transazione all’inizio del 2020.
«Il nostro impegno – ha detto Massimo Bagnoli, presidente nazionale di FIAP – rimane quello di portare il mondo del trasporto e quello industriale a lavorare finalmente insieme per dar vita a una filiera affidabile, collaborativa e sostenibile, che salvaguardi e premi le aziende regolari e virtuose»

 

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